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sabato 6 febbraio 2016

Unioni civili, adozioni e quant'altro: io la vedo così


Dopo settimane di polemiche a non finire mi sono deciso a dire la mia pubblicamente sulla questione delle unioni civili/matrimoni tra persone dello stesso sesso anzi a ribadire la mia posizione che ho già espresso.
Non vi è dubbio alcuno riguardo al fatto che la società negli ultimi decenni abbia, pian piano, iniziato ad accettare ciò che la natura umana, ma più in generale di tutti i mammiferi, ci insegna ovvero che esiste una miriade di sfumature che vanno dalla totale eterosessualità all'omosessualità  completa passando per varie sfaccettature dettate sia dalla natura del singolo individuo sia da condizionamenti sociali che sicuramente hanno inibito o reso complicata la libera espressione dei gusti sessuali causando in queste persone difficoltà, traumi e/o problemi sociali da non sottovalutare.
A mio parere la libertà di ogni singolo individuo di esprimere e professare le proprie preferenze sessuali è sacrosanta finché tale espressione rimane circoscritta a se o altri adulti consenzienti oltre questo limite si prefigura la violenza.
C'è da considerare poi la costituzione italiana che, seppur non indicando all'art. 29 come matrimonio quello tra un uomo e una donna va, a mio parere, interpretata in modo "autentico" ovvero pensando alle intenzioni dei legislatori. Non so esattamente cosa pensassero nel 1948 ma di sicuro  negli anni '60 del secolo scorso l'omosessualità era invisa e osteggiata in maniera bipartisan sia nella politica che nella società civile facendo pensare che almeno altrettanto fosse nel 1948 quando la costituzione venne promulgata e che l'assenza di tale specificazione sia da ritenersi solo e soltanto una questione di ovvietà per l'epoca e non certo un voler intendere futuribilmente la possibilità di matrimoni non etero.
Va aggiunto che le garanzie costituzionali in favore della famiglia non nascono da concetti filosofici di chissà quale livello ma dalla semplice considerazione che favorire la famiglia vuol dire favorire la crescita del paese attraverso la prole familiare come dimostrano tutte le leggi di tutela sociale di quel periodo e successive.
Detto questo è giusto aggiungere altre due considerazioni oggettive ovvero che è doveroso riconoscere alle unioni (non solo alle coppie...) non tradizionali certe tipologie di diritti lasciando maggiori vantaggi alle famiglie fondate sul matrimonio ed è altrettanto doveroso intervenire nella legislatura affinché non risulti più conveniente non sposarsi come avviene oggi con moltissime situazioni di abuso del diritto che vanno a far ottenere prestazioni sociali in ultima analisi non dovute togliendo risorse a chi magari ne ha davvero diritto.
In questo "guazzabuglio" è necessario metter mano ma va fatto in modo oculato al fine di non "andare oltre".
Sposarsi è un atto di responsabilità, un impegno che i coniugi si prendono nei confronti del partner ma anche della società e da questo impegno nasce il riconoscimento dei diritti e dei vantaggi di cui all'art.29 della costituzione.
Si deve ritornare alla condizione in cui sposarsi è un vantaggio mentre oggi, a conti fatti, convivere senza risultare nel solito nucleo familiare fa scattare molti benefici e ancor di più lasciare uno dei partner con la residenza altrove.
Certo sono il primo a testimoniare, in qualità di figlio, che oggi ci sono situazioni familiari nuove tra divorzi e nuovi matrimoni spesso in uno stato di confusione e conflittualità che rendono la famiglia tradizionale una chimera e mettono le coppie etero anche in ombra rispetto a serenità diverse presenti in situazioni che non sono etero ma questo non c'entra con le leggi dello Stato perché nessuno può obbligare le persone a stare assieme se non lo desiderano più; ci sarebbe semmai da riflettere sui tanti perché di un ricorso sempre più frequente al divorzio e alla durata media, sempre minore, dei matrimoni.
Cosa propongo? Livelli di diritto diversificati con il matrimonio tra uomo e donna in cima alla scala del diritto e delle prestazioni sociali a seguire le altre unioni, di qualsiasi natura esse siano, purché formalizzate e qui includo non solo le coppie omosessuali ma anche tutte le altre forme perché se si devono riconoscere diritti alle coppie omosessuali non vedo perché lo stesso trattamento non debbano averlo altre minoranze come come unioni tra 3,4 o più persone.
È doveroso, per due o più partner che non possono accedere al matrimonio, poter assistere i propri cari o acquisire diritti ereditari (anche se in questo caso con un semplice trust autodichiarato il problema di fatto viene risolto).
È altrettanto doveroso però ritornare a favorire il matrimonio tra uomo e donna come elemento base della società ovvero come luogo di nascita e sviluppo della prole che rappresenta il ricambio generazionale della società dove viviamo e quindi il futuro di essa. Il ricorso all'immigrazione per sopperire al calo della natalità non è una modalità sana poiché altera in modo pericoloso quell'equilibrio socio-culturale che permette a qualsiasi paese civile di integrare in modo positivo i nuovi arrivati.
Per quanto riguarda le adozioni io semplicemente dico che ci sono enormi difficoltà e selezioni sin troppo severe già per le coppie etero con la bellezza di 30.000 famiglie idonee all'adozione e solo 2-3000 bambini resi adottabili ogni anno nel nostro paese e una lista d'attesa teorica di 10 anni quindi!!! perciò andare a far discussioni infinite quando non c'è surplus di bambini adottabili ma anzi c'è profonda carenza lo trovo inutile e fuori luogo nonché irrispettoso per tutte quelle famiglie tradizionali risultate idonee che sono in attesa.
Concludendo diritti sì ma solo se al tempo stesso di rispetta il "vantaggio" costituzionale del matrimonio sulle altre forme di libera unione e smettiamo di violentare la costituzione per giustificare posizioni che avrebbero, una volta approvate, conseguenze involontariamente gravi come ad esempio il matrimonio poligamo che, giocoforza, diventerebbe discriminato e quindi verrebbe reso legale da qualche sentenza della cassazione... Prima o dopo... perché vedete, in fondo, non si tratta di difendere la famiglia tradizionale da quelle che non lo sono: si tratta di cose diverse ognuna delle quali ha necessità, finalità e peculiarità che per certi aspetti coincidono ma che per altri differiscono e quindi non confondiamo il vino con l'aceto solo poiché alla base c'è sempre l'uva: l'aceto non si beve e col vino non si può condire l'insalata...
E alle coppie etero dico "sposatevi"!!!! perché vi assicuro che tra convivere ed essere sposati cambia molto ed io mi risposerei ogni giorno con mia moglie anche se a conti fatti sposarci ci è costato non solo per il matrimonio ma soprattutto dopo... Ma questa è l'Italia di oggi che io vorrei cambiare...


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