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giovedì 1 ottobre 2015

Mazzacurati accusa l'ex Ministro matteoli: assieme a Sansone cadranno anche tutti i filistei? 01 Giugno 2014


L’accusa di Mazzacurati a Matteoli «Ci impose la scelta di un’azienda» Questo perché l’accusa lanciata da Mazzacurati a Matteoli riguarderebbe il periodo in cui l’attuale senatore di Forza Italia era ministro. 
Un periodo lungo, che si riferirebbe sia alla fase in cui Matteoli è stato ministro dell’Ambiente dal 2001 al 2006, sia quando è stato alla guida di Infrastrutture e Trasporti dal 2008 al 2011: l’ipotesi è che le richieste siano iniziate intorno al 2004. 
L’impresa in questione, quella «raccomandata», si sarebbe occupata non del Mose ma dei marginamenti dei canali industriali di Porto Marghera, anch’esso commissionato dal Magistrato alle Acque (la struttura locale del ministero delle Infrastrutture) e supervisionata dall’Ambiente. Lavoro certo meno conosciuto rispetto alle dighe mobili che difenderanno Venezia dall’acqua alta, ma anch’esso con numerosi zeri: nel corso degli anni, infatti, sono stati investiti oltre 200 milioni di euro per evitare che gli agenti inquinanti delle aree industriali di Marghera potessero essere sversati nelle acque della laguna. E proprio nell’ambito di questi lavori, il cui esecutore era il Consorzio Venezia Nuova (principalmente proprio con la Mantovani di Baita), ci sarebbero state queste pressioni da parte di Matteoli denunciate dall’ingegner Mazzacurati. 
Una fattispecie che potrebbe essere qualificata come concussione dal tribunale dei ministri, anche se la procura lagunare l’avrebbe trasmessa con l’ipotesi della cosiddetta «induzione indebita», ovvero quella forma di concussione «attenuata» inserita dalla riforma Severino, nella quale commette un reato anche chi paga o cede alla richiesta. Ed è per questo che della procedura di fronte al tribunale dei ministri sono stati avvisati anche coloro che avrebbero dato quelle che la legge definisce «utilità», ovvero Baita e Mazzacurati. 
Ora spetterà però al collegio fare le indagini e decidere se rimandare gli atti alla procura o chiedere l’archiviazione.. Quel che è certo è che in tempi brevi Matteoli intende farsi interrogare, come confermano i suoi legali, Francesco Compagna e Giuseppe Consolo. «Siamo convinti di poter dimostrare che l’ipotesi non sta in piedi», concludono.


Lucca 01 giugno 2014
Simone Togneri


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