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mercoledì 9 dicembre 2015

Viareggio: Assessori Mei e Manzo chiariscono sui profughi pachistani

Comunicato stampa Comune di Viareggio

Questione profughi, gli assessori Sandra Mei e Maurizio Manzo, fanno chiarezza: i 26 richiedenti asilo di nazionalità pakistana arriveranno a Viareggio così come concordato con la Prefettura e perfettamente in linea con gli accordi internazionali che regolano il riconoscimento dello status di rifugiato, le politiche Nazionali e Regionali. 
«Basta strumentalizzare un tema sensibile piegandolo ad esigenze da campagna elettorale. Abbiamo predisposto un piano di accoglienza – spiega l’assessore al Welfare Sandra Mei –: i richiedenti asilo saranno impegnati durante il loro soggiorno in attività di pubblica utilità, come la pulizia delle piazze e delle strade». 
«Si è parlato molto dei profughi in arrivo a Torre del Lago – commenta l’assessore alla Libertà urbana Maurizio Manzo -, purtroppo strumentalizzando un argomento che è delicato sia per chi cerca accoglienza che per chi accoglie. Il tutto senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze, diffondendo ai quattro venti indirizzi e identità che, per esperienza, so essere più prudente tenere quanto meno riservati». 
«Abbiamo lavorato insieme alla Prefettura – spiega ancora Manzo – considerando bene le esigenze del nostro territorio: le persone che arriveranno sono perfettamente in regola con lo status di richiedente asilo. Forse non è chiaro che la Prefettura avrebbe potuto semplicemente requisire gli immobili come è già successo altrove in casi di emergenza». 
La via che da Lampedusa porta a Viareggio passa infatti dai primi soccorsi sull’isola, dalla compilazione di un modello per il riconoscimento dello status di rifugiato, e dall’accoglienza nei CARA (Centri di Accoglienza per Richiedenti Asilo), che sono pochissimi e tutti al sud: Catania, Taranto, Calabria...).
Da qui i rifugiati sono progressivamente trasferiti sul territorio nazionale secondo il piano di distribuzione avviato dal 2011 in occasione della Emergenza Nord Africa conseguente alla primavera araba. Nel 2011 questi trasferimenti erano gestiti di volta in volta da Regioni, Protezione civile, associazioni, privati. «Oggi invece sono centralizzati attraverso la rete delle prefetture – spiega l’assessore Manzo -, fino al compimento dell'istruttoria presso la Commissione».
Ultimo passaggio: il modello di accoglienza territoriale. Si seguono due strade:
1- Lo SPRAR (Servizio Protezione dei Richiedenti Asilo e Rifugiati) accoglie 20.000 posti in tutta Italia messi a bando dal Ministero Interno in collaborazione con ANCI.
2 - Accoglienza prefettizia. A Viareggio le accoglienze di questo tipo sono al momento gestite da Cooperativa Odissea e da Misericordia. Odissea gestisce 11 persone alloggiati in 2 appartamenti, la Misericordia ne gestisce 9.
«L’Amministrazione comunale – commenta l’assessore al Welfare Sandra Mei - ha predisposto alcuni strumenti per la gestione dell’accoglienza: una assistente sociale responsabile delle accoglienze e un tavolo tecnico di coordinamento al quale partecipano i soggetti con esperienza di gestione (ARCI, coop. Odissea, Misericordia, Associazione Partecipazione e Sviluppo), oltre ad altre cooperative (coop Crea, coop Il Cappello), associazioni (Caritas, Croce Verde, Il Tientibene, Uovo di Colombo, Equazione, Berretti Bianchi) ed Enti (AUSL12, Centro per Impiego della Provincia) impegnate sul tema dell’integrazione immigrati».
Un percorso di integrazione sociale per i richiedenti asilo che possono aderire ad una associazione di volontariato per essere così impegnati, durante il loro soggiorno, in attività di pubblica utilità. 
«Quelle persone che fanno un gran trambusto e legano l’accoglienza dei rifugiati al tema della sicurezza - continua Manzo –, tirando in ballo anche presunte procedure non standard o corsie preferenziali, non solo mettono in dubbio la mia professionalità di ex questore e la serietà della Prefettura di Lucca, ma dimostrano anche di non conoscere l’iter istituzionale. In sostanza: non sanno di cosa stanno parlando ne’ quali sono le parti in gioco». 
«Oppure più semplicemente lo sanno – conclude Mei – ma sfruttano il timore, comprensibile, dei cittadini creando ad arte un allarme sociale che possono poi usare a loro piacimento con toni da campagna elettorale che mi risulta dovrebbe essersi conclusa a giugno scorso».

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